Tornare in sud America per presentare un nuovo libro
rappresenta una nuova sfida a distanza di quasi dieci da quella “prima volta”
in cui mi affacciai, come scrittore, tra l’oceano Pacifico e le Ande. Era il
tempo di “Viva Miguel”. Negli occhi e nel cuore l’Amazzonia e il vecchio
Reynaldo e la sua voce. A breve sarò nel paese di Neruda con
"Tabacco", il suo protagonista Universo Gutierrez e le sue storie in
terra cubana. E sulle spalle quindici anni di attività letteraria. Anni
difficili ed esaltanti, percorsi a zig zag, dubbi, volti, sorrisi, consigli,
sussurri e a volte invidie, che si sono incrociati e che mi hanno dato le
certezze necessarie per andare avanti nel cercare le storie nello spazio
invisibile dell’immaginazione. E’ per questo che, con l’ansia del primo giorno
di scuola, salirò su quell’aereo. Destinazione Antofagasta nel nord del Cile.
Di nuovo nel continente latinoamericano. Per incontrare la popolazione e gli autori di questa
terra magica che non finisce mai di sorprendermi, per ricordare a tutti che un
libro è una vetrina. Non serve per specchiarsi ma guardare dentro e trovare
l’impossibile.
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