
Leonardo Padura Fuentes nasce a l'Avana nel barrio di
Mantilla e compie i suoi studi pre-universitari in quello di La Víbora. Si laurea alla
facoltà di Letteratura Latino-americana e comincia la sua carriera
giornalistica nel 1980 per la rivista letteraria El Caimán Barbudoe per il
quotidiano Juventud Rebelde. Il suo primo romanzo, Fiebre
de caballos, è una storia d’amore scritta tra il 1983 e il 1984. Risale proprio
a questo periodo la nascita del tenente Mario Conde, personaggio che lo seguirà
per tutti gli anni a venire e che gli regalerà un gran successo di pubblico. Il
tenente Conde è disordinato, disincantato e spesso ubriaco, è un poliziotto
che, secondo la definizione dello stesso Padura, avrebbe voluto fare lo
scrittore. Leonardo Padura si racconta attraverso l’intervista del Filzic:
“Qual è il processo della creazione del tuo personaggio?”
LP:” Niente è mai uguale. Alcune volte pesco nella realtà,
altre dalla Storia, altre ancora dalla mia immaginazione come nel caso di
M.Conde che investiga e risolve misteri. Conde è un antipoliziotto frutto della
fantasia. l’importante è che mantenga la sua verosimiglianza.I romanzi che
hanno il tenente come protagonista hanno avuto un gran successo internazionale
e sono stati tradotti in molte lingue, ottenendo molti premi.
“Non credo sia un alter ego. In questi libri Mario Conde è i miei occhi, la
forma in cui proietto il mio sguardo sulla realtà cubana.”, confessa.
Attualmente Padura vive nel barrio di Mantilla, quello che l’ha visto nascere.
Filzic: Qual è la parte reale che cerchi nella tua opera e i
valori che più cerchi di rivelare?
LP: La realtà è il fondamento della mia finzione. La realtà contemporanea, storica. Cerco le origini delle cose come delle utopie, dei problemi attuali e scopro che l’essere umano spesso è una vela esposto al vento violento Storia o del potere.
LP: La realtà è il fondamento della mia finzione. La realtà contemporanea, storica. Cerco le origini delle cose come delle utopie, dei problemi attuali e scopro che l’essere umano spesso è una vela esposto al vento violento Storia o del potere.
Filzic: Rispetto al tuo ultimo romanzo “Herejes” cosa ti ha
spinto a parlare del mondo ebraico di Cuba nel decade del 1940?
LP: E’ solo una parte del romanzo che racconta anche della
Amsterdam de Rembrandt e dei safarditi. Ho scelto la Cuba di quel periodo perché
fu un periodo di gran libertà per i giudei radicati in Cuba e questo è un
romanzo sulla libertà. Arduo come sempre. Molto esaustivo. Ho dovuto studiare
religione, filosofia e costumi del popolo ebraico tornando inditro fino al 1640
e capire la tecnica pittorica di Rembrandt e la sua personalità.
Filzic : Qual è la tua sensazione nel vedere i tuoi romanzi
tradotti in 10 lingue?
Lp: Significa che ho lavorato bene, no?
Lp: Significa che ho lavorato bene, no?
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