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martedì 8 settembre 2015

Lettera agli amici artisti

Io nel mio piccolo (che è proprio piccolo: non più lungo della distanza tra me e la tastiera) credo che l’ignoranza sia perdente. Capiamoci: siamo pieni di amministratori ignoranti (che ignorano) ai più alti gradi, e di servi servili, per carità. Però sono sempre più convinto che sia ora di riproporre la pasoliniana sfida: “Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone” e parafrasarla in … “per abbattere il politico di professione senza diventare quel politico di professione”, mentre loro, i detentori del Potere, continuano la loro lotta tra circensi che si aizzano solo con l’odore del sangue e hanno bisogno di cibo sostanzioso, non riuscendo a limitare i propri appetiti. E quindi ecco che pennivendoli, dattilografe e portaborse si riciclano in consiglieri e onorevoli stimabilissimi (ovviamente in relazione alla bassa qualità della nostra Cultura, Politica e della italica Informazione), mentre presunti artisti e uomini di penna e teatro si riciclano come i nuovi letterati del secolo e appaiono come cani che annusano l’aria cercando di capire da dove arriverà il cibo. Non è un problema secondario quello del finanziamento delle idee, poste che non siano riciclate. È ancora possibile ai nostri giorni organizzare kermesse letterarie, incontri, tavole rotonde sui temi che spaziano dalla Cultura alla Musica senza finanziamenti pubblici? E’ ancora possibile radunare attorno a un progetto comune sensibilità diverse e diversi mestieri senza l’intervento del Comune/Municipio/politico di professione?
Perché una manifestazione culturale, una kermesse letteraria, un incontro di intelligenze, sceglie un luogo e non un altro? Perché un gruppo di cittadini/intellettuali sceglie di organizzare una festa del libro o un festival di letterature in un quartiere piuttosto che in un altro? Lo spazio? Chiaro! E poi? I finanziamenti per allestire, chessò, gli stand? Ovvio! Per invitare gli ospiti di un certo livello? D’accordo ! Per avere le autorizzazioni ad altri negate? Certo!
Però…però…
Se una certa forma di distanza dal Potere non fosse possibile per mancanza di mezzi (spazi e buona volontà compresi) diventa necessario ricorrere al “Chivo” parola latinoamericana che significa “Mancia”. Il problema del finanziamento non è un problema da poco. Perché se un evento è finanziato dal Comune/Municipio/politico di professione con-le-mani-in-pasta ci dobbiamo chiedere cosa ottiene in cambio l’abile e trasparente politico. Perché in questi periodi di mal governo la domanda è d’obbligo. Se con la mancia, la paghetta, l’ultimo dei politichelli municipale accorre in aiuto del cittadino/artista/organizzatore di buona volontà è come minimo plausibile uno scappellamento del cittadino/organizzatore alle prossime elezioni. Una medaglia da appuntare sul gonfalone del partito del politico di professione. Della serie abbiamo scelto il meglio che c’era sulla piazza per il bene della nostra città! Naturalmente tutto avviene con i soldi pubblici e la kermesse si spaccerà per Evento Gratuito (gioco già visto con i politici di alto rango. Regalo ottanta euro e tu mi dai il voto tanto poi mi riprendo la questua in altro modo e il voto non te lo restituisco)
Ora. A parte le scelte del cittadino/organizzatore che decide di inchinarsi al denaro distribuito solo agli amici dal Comune/Municipio/Assessore (pecunia non olet) rimane in ultimo la domanda sugli invitati a cotanta manifestazione. Saranno invitati tutti, compresi i nemici, i cervelli scomodi e quelli stupidi, quelli che brillano e quelli che accendono la cultura con la sola forza del pensiero, quelli antipatici, quelli che dicono cose scontate e quelli che hanno chiesto che la cultura sia pubblica per davvero? O verranno invitati solo quelli graditi al politichello di turno che ha finanziato e reso possibile la kermesse? Quelli invisi al Potere o solo quelli della white-list? No, perché in questi mesi abbiamo avuto il piacere, noi cittadini (decida il lettore dove collocarmi), di scrivere i nostri nomi e il nome delle nostre associazioni in liste che avevano lo scopo di diffondere bandi e feste per tutti, premi e cotillon di pubblica utilità e di pubblico finanziamento. La realtà è che non è mai arrivata una convocazione, un bando, un avviso! Forse la lista dell’assessore è diventa black (giacchè rosso-comunista non è mai stata)???
Dunque cultura per tutti o cultura solo per gli amici (pagata sempre dalle casse pubbliche) ? Credo che sia giunto il tempo che i cittadini tornino a far sentire la propria voce e gli intellettuali orientino il proprio pensiero. Gli uni indispensabili agli altri ma con un comune intento di essere sentinelle e fari della Res Publica senza colori, ma con la giustezza delle idee che pongono al centro del pensare il bene pubblico. Il Bene Pubblico e non il denaro pubblico per il tornaconto privato. E’ per questo che sempre più spesso prendo le distanze dalla cultura ufficiale del territorio. Da chi vive con i soldi pubblici e per i soldi pubblici ha lasciato che Ostia affondasse nella melma. Se Ostia è nel fango la colpa non può essere degli ignari cittadini che si sono fidati di questa giunta. Da chi, in buona fede, l’ha scelta e votata. Ma di sicuro colpa è di chi ha chiuso gli occhi sbandierando trasparenze e legalità per avere un “Chivo”, e lo sarà per coloro che si appoggeranno a questi uomini di Potere che “Bisogna abbattere per non diventare uomini di potere”.
Non è più tempo di stare sulla barricata. O di qua o di là o sei la barricata ! Vladimir Il'ič Ul'janov …. (Lenin per gli ignoranti di cui sopra!!!!)

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