Pronti via. Come di consueto sorrisi e abbracci per la nascita di Sinistra Italiana. Persino a Ostia c’è che sorride e inneggia a una nuova era. È finita
dunque in allegria, la stagione delle offese alle "vecchie cariatidi" del PRC. Un nuovo modo di fare politica emerge dall’unione di tutte le sinistre. Ecco allora da una parte i fuoriusciti dal Pd (che hanno finalmente abbandonato il ducetto di Firenze) unirsi agli amici di Sel che hanno temuto di doversi trovare
un lavoro come migliaia di cittadini, riunirsi in una grande famiglia con i vecchi del PRC. Festa grande, dunque per la nascita
dell’ennesimo contenitore politico-elettorale per riunire facce e pugni al
cielo, scomparsi dalle antenne e monitor televisivi e dunque dai pensieri
dell’italico ascoltatore. Un elenco ben fornito di nuovi dinosauri che propongono
sempre gli stessi concetti. Da Vendola a Fassina, dai neo-fuoriusciti Corradino
Mineo, D'Attorre, Galli a Civati, da Cofferati fino ai riesumati Giordano e Paolo
Ferrero. Festa grande dunque e cuori in subbuglio perché è evidente che uniti
si vince. Si vince ma a condizione che tutti facciano il proprio dovere,
portando voti e dedicarsi al bene comune. (che non sempre è quello del cittadino,
di sicuro è quello del partito). E questo è quello che devono aver pensato,
nella passata consiliatura gli amici “rossi” di Ostia, municipio di Roma,
sciolto per mafia.
Diciamola così. A
tutti piacerebbe stare in un movimento, organizzazione o gruppo politico che
dir si voglia, coerente e determinato. E anche noi, noi cittadini, nel nostro
piccolo, cerchiamo di costruire qualcosa che abbia una idea di legalità, di
rispetto per la dignità umana, per la cultura diffusa, incazzandoci e
protestando troppo silenziosamente. E così ogni volta che notiamo gli uomini e
le donne elette per rappresentarci, trascinare nel fango la città, trascurando
le esigenze di molti a vantaggio dei pochi (in questo caso Buzzi e co) o,
peggio ancora chiudere gli occhi davanti ai soprusi…beh…scusate… siamo ancora
capaci di indignarci e ci viene da urlare. Anche noi ci confrontiamo ogni
giorno tra livelli di consapevolezza ed esperienza politica, passività della parte maggioritaria di quanti pure soffrono un peggioramento quotidiano
delle condizioni di vita, con la indifferenza a volte gigantesca della politica
di questi tempi. Indifferenza per i problemi dei cittadini, non per gli accordi
con i mafiosi. Mettiamo dunque il caso che questa nuova formazione riesca nella
storica impresa di vincere le elezioni amministrative qui a Ostia terra di
mafia. Non possiamo certo dire che non è successo e che non succederà. Ma è
proprio su questo recente trascorso che dovremmo riflettere perché se dietro le
sbarre è finito il Presidente Tassone (agli arresti domiciliari, in verità), la
giunta del parlamentino lidense era sostenuta da Sel che aveva nel vicepresidente
l’uomo di punta. Ora cosa ci vogliono far credere che non si erano accorti
degli accordi sottobanco del presidente Tassone. Quei politici del territorio
che oggi plaudono e sorridono per la nuova via della italica sinistra, pensano
che la verginità si ritrovi in un teatro stracolmo? Oppure è ora di rimettere
al centro della discussione la questione morale e ammettere che si sono vinte
le elezioni ma si sono chiusi gli occhi lasciando che Ostia sprofondasse nella
melma mafiosa? E ancor più patetico è stato il silenzio che ne è seguito. Non
solo complici e omertosi ma anche vigliacchi nel non prendersi le
responsabilità. Davvero è questa la sinistra italiana che i cittadini, quelli
rossi davvero, vogliono?
Oggi è otto novembre. Una data storica per chi ha il cuore rosso.
Una rivoluzione vi seppellirà. E non sarà bella, per voi mercenari del consenso!
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