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martedì 18 dicembre 2018

17 dicembre 58 - la vittoria di Fomento


C'è una fotografia in particolare che riassume la vittoria di Fomento: su una jeep con un'enorme bandiera cubana che pende da un muro e ricade sulla parte posteriore del veicolo e un'altra che ricopre il cofano, il Che, in piedi sul sedile, parla a una moltitudine di persone, intorno a lui, che lo guardano fisso, pendendo dalle sue labbra. Una moltitudine di abitanti di Fomento, disarmati, ammucchiati di fronte alla voce della rivoluzione che arriva loro con quel sorprendente accento argentino. Il Che sperimenta un nuovo rapporto. Di Cuba non conosce altro che le montagne e le pianure paludose dell'invasione. Decine di volte ha arringato i contadini. Per la prima volta parla al popolo delle città, a operai, artigiani, piccoli commercianti, studenti, casalinghe, segretarie, impiegati. La base urbana della rivoluzione. Dopo tre giorni di assedio il Che entrò nella caserma e si sedette di fronte all'ufficiale sconfitto. La fotografia ritrae il medico Oscar Pernàndez Mell in piedi contro lo stipite della porta e il Che che conversa e fuma un sigaro davanti a Pérez Valencia, con la faccia di chi si trova lì per caso, come se lui non c'entrasse.
Il primo ordine del Che è che i suoi dottori si occupino dei feriti dell'esercito. Poi ordina che i soldati consegnino le armi. Mentre gli uomini della colonna 8 festeggiano la vittoria intorno alla caserma sventolando un vessillo del 26 Luglio, il Che stila un minuzioso elenco dei materiali bellici catturati: due jeep, tre camion, un mortaio, una mitragliatrice calibro 30, centotrentotto tra fucili e mitragliatori e novemila cartucce. La lunga lista comprende diciotto paia di scarpe, quattro macchine da scrivere e una sveglia. Più di cento fucili furono consegnati alle forze della libertà. Il comandante della colonna 8 conosce il valore di ogni oggetto sottratto in combattimento al nemico. In mano ai guerriglieri rimangono centoquarantuno prigionieri. Alla fine degli scontri ci sono nuovi bombardamenti. Il Che denuncia la situazione alla Croce rossa: Selvaggi mitragliamenti di cui è vittima la popolazione civile della città di Fomento e dei villaggi circostanti, e che non perseguono alcun obiettivo militare, hanno dato come risultato la morte di due bambini nella città di Fomento e il ferimento di due civili nel villaggio di Las Arenas. Alla fine della battaglia il Che informa delle seguenti promozioni al grado di capitano: Roberto Rodriguez (Vaquerito), Orlando Pantoja e Oscar Fernàndez Mell a capitano medico. Comincia la spartizione e distribuzione delle armi, una parte delle quali viene mandata a Caballete de Casa per armare la riserva. La popolazione è nelle strade. Le fotografie mostrano un sorridente neocapitano Roberto Rodriguez seduto in una jeep appena requisita, circondata da ribelli con un accenno di barba e da ragazze in ammirazione. Il Vaquerito, un bel personaggio, con i suoi ventitré anni, barba e capelli lunghi, un berretto che sembra ballargli precariamente sulla testa, senza baffi, la sua scarsa statura e l'aspetto da bambino perfido, coperto di cartucciere e granate e in spalla un fucile che sembra più grande di lui. Un uomo che, secondo le parole del Che, giocava con la morte. Le altre fotografie offrono invece l'immagine di un Che Guevara esausto attorniato dalle milizie del 26 Luglio, emaciato, mentre cerca di distribuire giustizia in mezzo alla vittoria: quanti fucili ci sono, chi si è guadagnato in combattimento il diritto di cambiare il Garand con un M-l, chi deve occuparsi delle imboscate sulle strade, come distribuire le munizioni tra i plotoni.
(Tratto da: Senza perdere la tenerezza di Paco Ignacio taibo II)



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