C'è una fotografia in particolare
che riassume la vittoria di Fomento: su una jeep con un'enorme bandiera cubana
che pende da un muro e ricade sulla parte posteriore del veicolo e un'altra che
ricopre il cofano, il Che, in piedi sul sedile, parla a una moltitudine di
persone, intorno a lui, che lo guardano fisso, pendendo dalle sue labbra. Una moltitudine di abitanti di Fomento, disarmati, ammucchiati
di fronte alla voce della rivoluzione che arriva loro con quel sorprendente accento
argentino. Il Che sperimenta un nuovo rapporto. Di Cuba non conosce altro che
le montagne e le pianure paludose dell'invasione. Decine di volte ha arringato
i contadini. Per la prima volta parla al popolo delle città, a operai, artigiani,
piccoli commercianti, studenti, casalinghe, segretarie, impiegati. La base
urbana della rivoluzione. Dopo tre giorni di assedio il
Che entrò nella caserma e si sedette di fronte all'ufficiale sconfitto. La fotografia
ritrae il medico Oscar Pernàndez Mell in piedi contro lo stipite della porta e
il Che che conversa e fuma un sigaro davanti a Pérez Valencia, con la faccia di
chi si trova lì per caso, come se lui non c'entrasse.
Il primo ordine del Che è che
i suoi dottori si occupino dei feriti dell'esercito. Poi ordina che i soldati
consegnino le armi. Mentre gli uomini della colonna
8 festeggiano la vittoria intorno alla caserma sventolando un vessillo del 26
Luglio, il Che stila un minuzioso elenco dei materiali bellici catturati: due jeep, tre camion, un mortaio, una
mitragliatrice calibro 30, centotrentotto tra fucili e mitragliatori e novemila
cartucce. La lunga lista comprende diciotto paia
di scarpe, quattro macchine da scrivere e una sveglia. Più di cento fucili furono
consegnati alle forze della libertà. Il comandante della colonna 8 conosce il valore di ogni oggetto sottratto in
combattimento al nemico. In mano ai guerriglieri rimangono centoquarantuno
prigionieri. Alla fine degli scontri ci sono nuovi bombardamenti. Il Che denuncia la situazione alla Croce rossa: Selvaggi
mitragliamenti di cui è vittima la popolazione civile
della città di Fomento e dei villaggi circostanti, e che non perseguono alcun
obiettivo militare, hanno dato come risultato la morte di due bambini nella
città di Fomento e il ferimento di due civili nel villaggio di Las Arenas. Alla fine della battaglia il Che informa
delle seguenti promozioni al grado di capitano: Roberto Rodriguez (Vaquerito),
Orlando Pantoja e Oscar Fernàndez Mell a capitano medico. Comincia la spartizione
e distribuzione delle armi, una parte delle quali viene mandata a Caballete de
Casa per armare la riserva. La popolazione è
nelle strade. Le fotografie mostrano un
sorridente neocapitano Roberto Rodriguez seduto in una jeep appena requisita,
circondata da ribelli con un accenno di barba e da ragazze in ammirazione. Il
Vaquerito, un bel personaggio, con i suoi
ventitré anni, barba e capelli lunghi, un berretto che sembra ballargli
precariamente sulla testa, senza baffi, la
sua scarsa statura e l'aspetto da bambino perfido, coperto di cartucciere e
granate e in spalla un fucile che sembra più
grande di lui. Un uomo che, secondo le parole del Che, giocava con la morte. Le altre fotografie offrono invece l'immagine di un Che Guevara esausto attorniato dalle
milizie del 26 Luglio, emaciato, mentre cerca di distribuire giustizia in mezzo
alla vittoria: quanti fucili ci sono, chi si è guadagnato in combattimento il
diritto di cambiare il Garand con un M-l, chi
deve occuparsi delle imboscate sulle strade, come distribuire le munizioni tra i plotoni.
(Tratto da: Senza perdere la tenerezza di Paco Ignacio taibo II)
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