Ancora una volta, in questi giorni difficili, i cubani hanno dato prova di essere “con” e “per” la Revolucion. Se gli Stati Uniti pensano di riuscire a piegare il popolo cubano si sbagliano di grosso. I reazionari “DEM” non contenti di 60 anni di bloqueo e del Covid (cha ha azzerato il turismo e quindi le “Entrate economiche”), hanno provato a cavalcare il malcontento. L'inchiesta conferma la denuncia delle autorità cubane che si tratta di un'operazione concertata nello spazio pubblico digitale, a cui "sono dedicate notevoli risorse, non è qualcosa di improvvisato. È qualcosa di molto ben progettato, strutture e agenzie degli Stati Uniti. con laboratori dedicati alla creazione di queste condizioni e al raggiungimento dei loro obiettivi”.
Non è stato difficile, per
gli analisti, (tra tutti Julián Macías Tovar, noto analista spagnolo) scoprire
che l'operazione messa in piedi ha fatto un uso intensivo di robot, algoritmi e
account recentemente creati per l'occasione, con l'obiettivo di abbinare i
messaggi emessi dai referenti della campagna manipolativa. Il primo account che
ha utilizzato l'HT #SOSCuba relativo alla situazione del COVID nel Paese è
stato quello situato in Spagna . Ha pubblicato più di mille tweet sia
il 10 che l'11 luglio, con un'automazione di 5 retweet al secondo. Il
ricercatore indica come uno dei referenti dell'operazione l'argentino
Agustín Antonetti, che fa parte della destra Fundación Libertad . Antonetti
ha partecipato attivamente alle campagne di bufale e bot sui social network
contro i processi di sinistra in America Latina, tra cui quello del boliviano
Evo Morales e del messicano Andrés Manuel López Obrador.
La seconda fase ha
coinvolto gli artisti per partecipare con un tweet con HT #SOSCuba, Per fare
ciò, è stato lanciato un tweet che ha ricevuto più di 1.100 risposte. Una
cosa sorprendente è che se analizzi quelle risposte, quasi tutte provengono da
account appena creati o non hanno più di un anno. Dal 10 all'11 luglio
sono stati creati più di 1.500 account che hanno partecipato all'operazione con
l'hashtag #SOSCuba. I media internazionali si sono fatti carico dopo aver
reso visibile la campagna articolata con gli artisti. Domenica 11 luglio,
con centinaia di migliaia di tweet e la partecipazione di molti account di
artisti, l'etichetta è diventata una tendenza mondiale e in diversi paesi, a
quel punto la prima manifestazione a San Antonio de los Baños, pubblicata dagli
Stati Uniti, ha avuto luogo.Uniti dal racconto del nome Yusnaby con migliaia di
RT. Come sottolinea Tovar: "Curiosamente Yusnaby (US Navy) è di gran
lunga l'account che esce di più nei miei thread, perché è uno dei modelli di
account falsi automatizzati che diffondono bufale e campagne di odio. Se cerchi
il mio @ + Yusnaby troverai numeri infiniti".
Un altro elemento molto
visibile dell'operazione è l' uso massiccio di account di registrazione,
con matrici molto comuni in altre campagne internazionali come il golpe
boliviano, o la presenza attiva di vocalist di destra latinoamericana come
Tertsch, Cabal e Tuto Quiroga.
Tovar denuncia anche l'uso
di immagini o eventi manipolati in altri paesi e l'articolazione del funzionamento
delle reti con vari media di destra nel continente.
Ancora una volta, però quest'onda
di fango e frustrazione si sono infranti sul più resistente degli scogli: la
forza del popolo cubano. "Las calles son de los Revolucionarios",
questa è stata la parola d’ordine con cui ogni cittadino si è stretto intorno
al proprio governo. Migliaia di cubani sono scesi per le strade, chiamati dal
Partito Comunista de Cuba, seguendo il Presidente Miguel Diaz Canel che, attraversando
a piedi la zona considerata l'epicentro della protesta, San Antonio de los
Baños, ha ripercorso le gesta di Fidel Castro che, nel 1994, incontrò senza
scorta i “balseros” al malecon de l’Habana, intenzionati ad abbandonare
l’isola. Un gesto di "confianza" nel prestigio della Rivoluzione che nessun
giornale occidentale “allineato” ha riportato, puntando i riflettori solamente
su quello che il padrone a Stelle Strisce gradisce. Ma ormai a questo siamo
abituati. Così come abbiamo fatto il callo alle reazioni di certi "RAVANELLI
SINISTRATI" nostrani che in nome di una “Immaginaria difesa della libertà
di popolo” finiscono sempre per ritrovarsi sul carro dell'imperialismo
statunitense e tralasciano di vedere i danni del liberismo imposto dall’Europa
dei banchieri.
Ma noi sappiamo che la rivoluzione cubana è altro. E’ difesa dei valori. Cibo per tutti, Istruzione diffusa, Sanità all’avanguardia e generatrice di invidia gratuita da chi, da secoli, sfrutta i popoli nel nome del dio denaro. Non abbiamo altro da aggiungere. Un saluto alla cubana: hasta la victoria…
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