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domenica 1 maggio 2022

1 maggio 1925 - "L'unica uscita" di Julio Antonio Mella

Nel giorno della festa dei lavoratori, con il sottotitolo “L’unica uscita”, Mella scrisse: “Il dominio yanqui in America non è come l’antico dominio romano di conquista militare, né come l’inglese, dominio imperiale commerciale travestito da Home Rule, ma è di assoluta dominazione economica con garanzie politiche quando sono necessarie. Per queste garanzie si confezionò l’Emendamento Platt, si occuparono militarmente nazioni come Haiti e Santo Domingo con lo scopo di imporre il terrore con la violenza, per assicurare poi la collocazione delle loro plusvalenze economiche. Molti scrittori reclamano, per risolvere il problema dell’America, “una dose maggiore di patriottismo e di onorabilità”. Noi ormai non sappiamo ciò che si vuole dire con patriottismo; poiché vediamo che la prima virtù di tutti i governi è fare prestiti, consegnare la terra agli stranieri ed assassinare o espellere gli operai che si alzano a chiedere semplici diritti costituzionali contro le compagnie americane (Estrada Palma, Menocal, Zayas, Leguìa, J.V.Gomez, Estrada Cabrera, Orellana, Porfirio Diaz ecc. ecc.) Ci si dirà che non è questo il patriottismo che si chiede. Noi affermiamo che non può esserci altro nel Potere, poiché gli Stati Uniti non permetterebbero un’elezione differente. Per caso nella nostra repubblica i magnati di Washington e di Wall Street non hanno sempre imposto il Presidente che conveniva ai loro interessi? E, non hanno chiuso la principale porta di progresso dei popoli, la Rivoluzione, con l’esprimere che non si sarebbe riconosciuto nessun governo rivoluzionario…finché non avesse reso il suo vassallaggio ai signori dello zucchero e del petrolio?

In tutta l’America succede lo stesso. Non si sostiene un governo senza la volontà degli Stati Uniti, dato che l’appoggio dell’oro yanqui è più solido del voto del rispettivo popolo. Oggi i popoli non sono niente, giacché la società è fatta per essere governata dal Dollaro e non per il cittadino. Qualsiasi gran riccone di Yanquilandia ha più dollari che i cittadini di tutti i paesi d’America. Il Dollaro oggi vince il Cittadino; bisogna fare in modo che il Cittadino vinca il Dollaro. Per questo, si dirà è necessaria una rivoluzione. Si, è così; però non una rivoluzione in più come quelle che si vedono tutti i giorni nei paesi d’America: rivoluzione di affamati politicanti desiderosi di saziarsi con il bilancio ed i prestiti degli Stati Uniti. Bisogna fare la Rivoluzione Sociale nei paesi d’America. Bisogna fare la Rivoluzione dei cittadini, dei popoli, contro il Dollaro. In tutti, compreso, o meglio, negli Stati Uniti del Nord America. Lottare per la Rivoluzione Sociale in America, non è una utopia di pazzi o fanatici, è lottare per il prossimo passo in avanti nella storia. Solo quelli che hanno la mente intorpidita potranno credere che l’evoluzione dei popoli dell’America si deve fermare nelle guerre d’indipendenza, che hanno prodotto queste fattorie chiamate Repubbliche, dove governano uomini uguali, peggiori alcune volte, dei viceré ed i capitani generali spagnoli. (…) La Rivoluzione Sociale è un fatto fatale e storico, indipendente dalla volontà dei visionari propagandisti. Non si provoca lo straripamento dei fiumi, con la volontà degli uomini, ma piuttosto è il fiume che esce dal suo alveo quando questo è piccolo per la sua portata. Così è la rivoluzione nei popoli. Così gli uomini d’America, come quelli d’Europa, non possono sopportare la società capitalista, che decise di suicidarsi, secondo la felice espressione di Ingenieros (…)”

(Centroamerica en Julio Antonio Mella – A. Cupull F. González – Ed. Abril)

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