TODO CAMBIA ...

domenica 17 febbraio 2013

Pancho



Novembre 2005

Paracas la riconosci subito.
A distanza di chilometri il fetore delle fabbriche di sardine è inconfondibile.
Tutto gira intorno a quel sapore di sale e di putrido di un mare pescoso.
Tutti attingono da questa risorsa, che sembra non avere fine. I pellicani e i pescatori, le famiglie e gli azionisti delle fabbriche … e  il vento, che gioca a trasportare il puzzo a chilometri di distanza. Poi si placa. E solo allora Paracas diventa un molo. Turisti che vanno alle isole, barche tirate a secco, foto che reclamizzano i leoni marini e i pinguini. Tra tutti il più famoso è certamente Pancho. Ormai è l’attrazione della piccola cittadina. L’avvenente proprietaria apre la porta in lamiera del riparo e Pancho ci viene incontro con la sua andatura goffa. Sembra dover cadere da un momento all’altro, ora a destra, ora a sinistra. Poi inizia a starnazzare. Un lamento acuto e penetrante di insoddisfazione.

“L’ha scambiata per mio marito … è rimasto deluso e allora grida il suo disappunto”.
“Suo marito? Distingue le persone? – chiedo.
“Certo. Mio marito esce con la barca a pesca tutte le mattine. Arrivano insieme alla spiaggia. Pancho si butta in acqua e nuota finché la barca non prende il largo. Poi torna a casa e aspetta”. 
“Cosa?”
“Che mio marito rientri. Ogni tanto si bagna nella sua vasca. A volte, quando fa troppo caldo scende in spiaggia. Quando mio marito rientra gli porta un pesce e Pancho felice grida la sua gioia”.

Aspetta.
Tutto. il giorno.
Fedele, come solo gli animali sanno essere.
Più degli umani.

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