“Questa è la prima pagina del diario del giovane ufficiale italiano…forse la prima…ma non ne sono sicuro” – disse Abdu fissandoci negli occhi.
Oggi
probabilmente non riuscirei ad identificare la casa cui si riferisce questo
ricordo di quel lontano giorno, né saprei dire perché mi trovassi in quel
luogo. Il tempo
ha raschiato via i contorni dell’immagine e tutto sembra sfocato, restano però
nella memoria due nitidi fotogrammi: un’autocolonna ferma al centro della
carrozzabile, chiusa da un mezzo blindato adibito al trasporto prigionieri e in
lontananza una figura nascosta dietro ad una alta palma. Non una figura
qualsiasi – sia ben chiaro – ma un uomo delle sabbie…un tuareg, vestito di blu,
con il volto coperto e due occhi che osservavano con attenzione l’andirivieni
dei militari. Due occhi attenti e profondi che sembravano voler raccontare
tutta la vita in un momento, vissuta in piena armonia con il deserto dei
deserti. In quel
preciso istante non sapevo quale fosse il suo nome ma di una cosa ero certo:
quell’esercito, nel quale un tempo credevo, armato fino a i denti, avrebbe
scatenato una guerra pur di sapere che quella figura non sarebbe stata più in
grado di nuocere. Erano
tutti lì per questo.
E' disponibile in formato e-book su tutte le librerie virtuali e in formato cartaceo su Amazon
Nessun commento:
Posta un commento