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lunedì 23 maggio 2016

Giardino della Cultura (e non solo della Consulta)

E’ finita. Dopo due giorni di molte luci e pochissime ombre è arrivata al termine la festa della Consulta della Cultura del IX municipio che ha trasformato in un giardino culturale il Centro Elsa Morante. Chiuso al pubblico per volontà del Campidoglio sempre più lontano dai cittadini, inaccessibile per quasi tutto l’anno, isolato da una cancellata di ferro oltre la quale si intravede fitta la verde gramigna che cresce sicura, è stato il luogo che ho scelto per raccontare Luna Nuova. E’ stato il luogo dove, insieme a una banda di sognatori, abbiamo legato fogli e parole, trama e ordito, fino a creare un tappeto volante in grado di trascinare lontano i partecipanti. L’incontro è stato l’occasione per raccontare e farsi raccontare le storie e le suggestioni che da esse fuoriescono, che come i nodi fittissimi del tappeto sono infinite, e noi ricercatori di parole, abbiamo provato a perderci in questa esaltante avventura che è stata la creazione di un racconto. Non è stato una lettura monotona di un semplice testo. Non è stata una festa dell’autoreferenzialità ma il tentativo (ben riuscito) di mostrare i personaggi creati dalle nostre fantasie, di renderli vivi, partecipi. Invenzioni, immagini, potere della narrazione come atto creativo e manipolatorio della realtà, memoria. Dunque non un reading vero e proprio ma uno spazio, un microfono e un leggio per raccontare il proprio pezzetto di tappeto volante. E così, di colpo, al centro di una città dove tutto è ostacolo, abbiamo provato l’emozione di volare alto, prestando attenzione alle sole parole e alle emozioni da esse create. Era tutto ciò che volevamo. Un grazie ai sognatori del tappeto volante: Barbara Lorentz, Eliseo D'urso, Gianna Tanzi, Giulia Ranaldi, Italo Santilli, Miriam Cioffi, Patrizia De Vivo, Roberto Pulci, Teresa Polimei, Tiziano Scarpioni e Mario Albanesi che con il suono della sua sei corde ci ha accompagnato in questo volo. Grazie a Cettina Quattrocchi e Laura Crivellaro che, dalla torre di controllo, hanno reso possibile il nostro viaggio e a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte. 

1 commento:

  1. risvegliare un sogno è come scoprire una parte di te, sopita e trascurata. più che volare su un tappeto è stata per me cavalcare su un destriero con il vento fra i capelli, una lunga passeggiata fra i pensieri di ieri e quelli di oggi. non so cosa ne verrà fuori ma non importa. queste sensazioni faranno sempre parte di me. ancora grazie a te e a tutti i partecipanti. Roberto Puci

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