E’ finita. Dopo due giorni di molte luci e pochissime
ombre è arrivata al termine la festa della Consulta della Cultura del IX
municipio che ha trasformato in un giardino culturale il Centro Elsa Morante. Chiuso
al pubblico per volontà del Campidoglio sempre più lontano dai cittadini, inaccessibile per quasi tutto
l’anno, isolato da una cancellata di ferro oltre la quale si intravede fitta la
verde gramigna che cresce sicura, è stato il luogo che ho scelto per
raccontare Luna Nuova. E’ stato il luogo dove, insieme a una banda di
sognatori, abbiamo legato fogli e parole, trama e ordito, fino a creare un
tappeto volante in grado di trascinare lontano i partecipanti. L’incontro è stato l’occasione
per raccontare e farsi raccontare le storie e le suggestioni che da esse
fuoriescono, che come i nodi fittissimi del tappeto sono infinite, e noi
ricercatori di parole, abbiamo provato a perderci in questa esaltante avventura
che è stata la creazione di un racconto. Non è stato una lettura monotona di un
semplice testo. Non è stata una festa dell’autoreferenzialità ma il tentativo (ben riuscito) di mostrare i personaggi creati dalle nostre fantasie, di renderli vivi,
partecipi. Invenzioni, immagini, potere della narrazione come atto creativo e
manipolatorio della realtà, memoria. Dunque non un reading vero e proprio ma
uno spazio, un microfono e un leggio per raccontare il proprio pezzetto di
tappeto volante. E così, di colpo, al centro di una città dove tutto è
ostacolo, abbiamo provato l’emozione di volare alto, prestando attenzione alle
sole parole e alle emozioni da esse create. Era tutto ciò che volevamo. Un
grazie ai sognatori del tappeto volante: Barbara Lorentz, Eliseo D'urso, Gianna
Tanzi, Giulia Ranaldi, Italo Santilli, Miriam Cioffi, Patrizia De Vivo, Roberto
Pulci, Teresa Polimei, Tiziano Scarpioni e Mario Albanesi che con il suono della sua sei
corde ci ha accompagnato in questo volo. Grazie a Cettina Quattrocchi e Laura
Crivellaro che, dalla torre di controllo, hanno reso possibile il nostro
viaggio e a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte.
risvegliare un sogno è come scoprire una parte di te, sopita e trascurata. più che volare su un tappeto è stata per me cavalcare su un destriero con il vento fra i capelli, una lunga passeggiata fra i pensieri di ieri e quelli di oggi. non so cosa ne verrà fuori ma non importa. queste sensazioni faranno sempre parte di me. ancora grazie a te e a tutti i partecipanti. Roberto Puci
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