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domenica 9 aprile 2017

Parole e musiche per Tabacco di Roberto Pazmino e yo


Il progetto nacque diverso tempo fa ma si concretizzò in un teatro in un'atmosfera densa di emozioni. Quel giorno, sullo schermo, si proiettava un'intervista al comandante eterno Ugo Chavez. Ero arrivato tardi e avevo visto un posto riservato ma senza occupante, bloccato da Roberto Pazmino che quando mi vide mi invitò a sedermi. Ascoltammo l'intervista di Gianni Minà e subito dopo le parole dell'ambasciatore del Venezuela. Alla fine, quando ci alzammo, dopo molti minuti di applausi, domandai a Roberto: "Suoni sempre la chitarra?" Domanda insolita in quel momento. Eravamo in piedi, tra la gente che sciamava per i corridoi diventati all'improvviso troppo stretti per tutta quella emozione che il Comandante Eterno aveva distribuito nell’aria con generosità.
Sorrise.
"Ma tu componi i testi?" 
Sorrise e annuì.
"Ho in testa un'idea folle. Di quelle idee che quando partono pensi che sono troppo folli per essere realizzate e per questo ci voglio provare". 
Mi guardò. Forse pensando che era un pazzo a piede libero. In fondo ci conoscevamo da poco tempo e l'incontro era stato più che casuale. Certo, avevamo molte cose in comune. Gli ideali, l'America Latina, il senso di giustizia sociale. E, aggiungo adesso, la voglia di sognare. 
Comunque, in un angolo della platea in cui eravamo stati sospinti dalla folla decisi di osare: "Senti sto cercando un musicista per fare alcune canzoni a Tabacco, il primo volume della saga. Perché non ne parliamo?”
Lessi nei suoi occhi lo stupore, la sorpresa di una proposta inaspettata e comunque gradita, sognata da tempo, come mi raccontò in seguito. Disse subito di sì. Ci abbracciammo felici.
Racconto sempre questa piccola storia di empatia e sogni, cresciuta tra le parole di un romanzo, i suoni di sei corde e la voce profonda che la accompagna.






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