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domenica 25 marzo 2018

Cominciai a viaggiare per l’America Latina….

Il mio viaggio sulle orme del Che in Bolivia nel 50° anniversario della sua scomparsa


     
Cominciai a viaggiare per l’America Latina….

Rubo le parole di Ernesto Guevara de la Serna e sono sicuro che mi perdonerà…
“Ho visitato in qualche modo quasi tutti i paesi di questo continente e per le condizioni dei miei viaggi cominciai a entrare in contatto con le miserie, le difficoltà di curare un figlio…
E aggiungo …le paure di un domani meno buio, con le speranze che ogni donna e ogni uomo meritano.
Arrivato a Vallegrande, il giorno otto di ottobre, io e il mio amico di sempre Andrea Gallorini, siamo andati diretti al centro culturale Guevara. Il centro moderno e funzionale racconta, attraverso foto e mappe, il viaggio del Che in Bolivia, la sua avventura, la sua idea generosa di coinvolgere i boliviani in un processo rivoluzionario.
La Storia e le storie degli indomiti (qualcuno dice illusi) uomini che combatterono, molti dei quali trovarono la morte tra quella natura impervia. Ho ripercorso quel tragitto fino ad arrivare a La Higuera, luogo dove fu arrestato e ammazzato il Che.
Oggi l’immagine del Che è un’icona sfruttata in ogni parte del mondo. Il suo viso, il suo basco nero con la stella rossa, il suo sorriso, capeggiano su ogni maglietta, spilletta, poster, adesivi che hanno riempito il mondo intero. La Cia che volle la sua morte, ha contribuito in parte a renderlo immortale e, al pari di altre icone, è diventato un volto sfruttato e buono per occasioni di guadagno. In realtà troppi non conoscono o trascurano il suo pensiero, l’idea di un uomo nuovo capace di lottare e sacrificarsi per i più deboli, la sua onestà morale e intellettuale capace di trascinare i suoi compagni, il desiderio di rinunciare ai beni materiali affinché altri, i meno abbienti, ne potessero beneficiare. Il viso del Che, i suoi sorrisi, i suoi sguardi vanno bene per gli affari, per vendere, per arricchire chi di immagini commercia. L’esatto opposto di quello che in realtà lui andava raccontando. Noi, che abbiamo visto le miserie di un mondo che non si arrende, abbiamo il dovere di far sì che il pensiero del Che non vada a vantaggio del commercio spiccio e vuoto. Abbiamo il dovere di diffondere il suo pensiero che ha alla base l’uomo e le sue miserie, l’aiuto reciproco, la solidarietà, il desiderio di essere costruttore di un mondo più giusto, di portare in nuovi campi di battaglia la sua fede nell’uomo, la lotta all’imperialismo, allo sfruttamento. Abbiamo l’obbligo! ... affinché la sua figura non resti quella di un’icona vuota, un’immagine utile per riempire un muro bianco e niente più.


2 commenti:

  1. Me produce mucha tristeza que la muerte del Che haya sido en vano....

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  2. Buongiorno.
    Sono Colombo Gianfranco e sono molto interessato ai suoi libri,mi può dare informazioni per comprarli,grazie.

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