L'Editoria a Pagamento è una
melma in cui molte persone restano invischiate... Andrebbe cambiato il sistema,
e lo sappiamo tutti, ma la vanità dell'uomo è tale che si
preferisce non vedere in cosa si è coinvolti piuttosto che reagire e gridare:
"Non ci sto" e poi, confessiamolo, è più facile mettersi in fila
con le mani piene di denari. E così la processione si ingrossa e file di
illustri scrivani bussano alla porta di editori senza scrupoli, armati solo da
ingorde passioni che li trasforma in procacciatori di affari e non in
ricercatori di talenti letterari, pronti a sfruttare il malcapitato scrittore
alle prime armi che ancora crede di portare la cultura nel mondo e non si
accorge che, con il costo di 300 libri, l'editore amico (e spesso 'compagno') se la ride e
se la gode.
Per questo la cultura italica affonda e a
nulla vale l’idea più volte sbandierata del “Così fan tutti”.
Ben si addicono a questo sistema le parole del
Maestro Pasolini:
“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità,
incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo”.
Eccoli dunque in fila indiana i
nuovi sbandieratori della cultura. Eccoli riconoscibili e senza vergogna. Schiere
di ingegneri, celerini, nullafacenti e immigrati arricchiti, novelli diffusori della
antica arte della narrazione scritta, estrarre denari e pagare, trasformando la
Cultura in un gioco borghese che esclude così il talento a vantaggio della
ricchezza, senza capire che è il denaro che corrode e corrompe, in un gioco al
massacro in cui chi ha più soldi vince e chi non ne ha (o per principio non si
sottomette) è costretto all’attesa di un’occasione che forse mai arriverà.
E ancora il Maestro che da lassù
ammonisce:
"… prestarsi in qualche
modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”.

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