Il
sole non è ancora sorto a Santa Clara. Nelle prime ore del mattino i giornali dell'Avana
riportano un cablogramma dell'Associated Press in cui viene presentata la
versione "ufficiale" dei fatti, ossia l'esatto contrario di quello
che in realtà sta succedendo: «Le truppe governative appoggiate da carri armati
e aviazione hanno schiacciato le forze ribelli in ritirata nei dintorni di
Santa Clara e le hanno messe in fuga verso est fuori dalla provincia di Las
Villas». Si
combatte davanti al Gran Hotel, dove al decimo piano c'è una dozzina di
cecchini, poliziotti, membri dell'odiato SIM, il Servicio de inteligencia militar,
torturatori, che usano anche gli ospiti come scudo umano rifiutando di
lasciarli uscire dall'albergo. Dal parco e dagli edifici di fronte si spara
contro di loro. Alberto Pernandez guida un gruppo che va a incendiare il
secondo piano con le molotov. I cecchini sono intrappolati nell'albergo, non
hanno cibo e l'acqua è stata loro tagliata. Ma dall'alto hanno ferito molti
civili e miliziani che attraversavano il parco e hanno ancora munizioni. La
squadra del minore degli Acevedo, Enrique, partecipa a una "gara di
rottura delle finestre" con i cecchini batistiani. Si combatte con lo
squadrone 31. Le cannonate dei carri armati distruggono l'edificio della Canada
Dry e diverse villette limitrofe da cui i ribelli sparano contro la caserma.
Sempre più da vicino. A metà pomeriggio di quel 31 dicembre, il comando del Che
riceve, attraverso la sua stazione radio, la notizia che Yaguajay si è arresa
alle truppe di Camilo. Adesso quelle forze sono disponibili per l'assalto
finale alla Leoncio Vidal. Alle
dieci di sera Casillas Lumpuy si mette in comunicazione con Batista, gli dice
che la città sta per cadere in mano ai ribelli e che ha urgente bisogno di
rinforzi. Non ottiene dal dittatore neppure una falsa promessa. Durante la
notte, dopo aver arringato soldati e ufficiali esigendo da loro una resistenza
eroica, si traveste con un cappello di paglia e un vestito da civile e, dicendo
che deve fare un'ispezione nella provincia, scappa dalla caserma con il capo
delle operazioni, Fernandez Suero.
Ormai
ai batistiani restano solo tre sacche armate: il Gran Hotel, la caserma dello
squadrone 31 e la Leoncio Vidal. Il Che sa che da un momento all'altro Fidel
darà inizio all'offensiva finale su Santiago de Cuba e ha fretta di spazzar via
quei tre punti di resistenza. Il 1958 sta per finire.
(Tratto da : Senza perdere la tenerezza di PIT II)
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