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giovedì 27 dicembre 2018

Si avvicina l'ora di Santa Clara.


Si avvicina l'ora di Santa Clara. Il giorno 27 il centro decisionale della rivoluzione a Las Villas si installò provvisoriamente nel Gran Hotel Tullerias di Placetas, un albergo di paese fondato nel 1912 il cui nome suggeriva qualcosa di molto lontano dalla realtà. Il proprietario aveva ordinato di fare pulizia per dare ai ribelli una stanza in buono stato. Il Che occupò fugacemente la stanza numero 6 e utilizzò la 22, a sinistra delle scale, come quartier generale. Quella sera, alla luce di una lampada a petrolio, dato che l'elettricità era stata tagliata, Guevara si riunì con il suo secondo Ramiro Valdés, e con il comandante del Direttorio Rolando Cubela per trovare una soluzione al problema militare più rischioso di tutta la sua vita di combattente: l'attacco a Santa Clara. Il Che si trovava di fronte l'alternativa di aspettare che le truppe di Camilo prendessero Yaguajay e quelle di Faure occupassero Trinidad, e che poi entrambe convergessero su Santa Clara, oppure avanzare verso la città con le forze ridotte della colonna 8 e del Direttorio. L'organizzazione clandestina e persino la UPI, con un cablogramma che li informava che Batista avrebbe inviato altri duemila uomini a Santa Clara, avevano fornito loro abbondanti informazioni sulle truppe che avevano di fronte: il treno blindato con i suoi trecentottanta soldati, mortai, un cannone, bazooka e mitragliatrici; la guarnigione della, Leoncio Vidal, la principale caserma della provincia, con milletrecento uomini, carri armati e autoblindo; una guarnigione nell'aeroporto, la caserma dello squadrone 31 della guardia rurale, con duecentocinquanta o trecento guardie, carri armati e autoblindo; la stazione di polizia, con quattrocento uomini tra poliziotti, informatori e soldati, con due carri armati, due autoblindo e un'altra serie di piccoli distaccamenti che riunivano più di duecento soldati. In totale quasi tremiladuecento batistiani, ai quali si doveva aggiungere l'appoggio attivo dell'aviazione. Il massiccio presidio della città era dovuto al fatto che vi si erano rifugiate le truppe di diverse caserme, e che Batista riteneva che, in caso fosse caduta Santiago, Las Villas avrebbe potuto frenare i ribelli nel cuore dell'isola. Il Che era particolarmente preoccupato perché avevamo un bazooka senza proiettili e dovevamo batterei contro una dozzina di carri armati, ma sapevamo anche che per farlo dovevamo arrivare nei quartieri più popolosi della città, dove il carro armato perde molta della sua efficacia. Per effettuare l'attacco il Che contava su sette plotoni, per un totale di duecentoquattordici uomini, un centinaio di uomini della colonna del Direttorio e un'altra cinquantina di reclute di Caballete de Casa, guidate da Pablo Rivalta, che erano appena state armate, alcune delle quali ex combattenti del II Fronte passati al 26 Luglio. Quasi nove soldati per ciascun ribelle, e le forze del Che sarebbero andate all'offensiva. I manuali militari avrebbero concordato nel dire che il comandante Che Guevara stava preparando una follia. Tratto da: Senza perdere la tenerezza di PIT II)

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