Si avvicina l'ora di Santa Clara. Il giorno 27 il
centro decisionale della rivoluzione a Las Villas si installò provvisoriamente
nel Gran Hotel Tullerias di Placetas, un albergo di paese fondato nel 1912 il
cui nome suggeriva qualcosa di molto lontano dalla realtà. Il proprietario aveva ordinato di fare pulizia per dare ai ribelli una stanza
in buono stato. Il Che occupò fugacemente la stanza numero 6 e utilizzò la 22,
a sinistra delle scale, come quartier generale. Quella sera, alla luce di una
lampada a petrolio, dato che l'elettricità era stata tagliata, Guevara si riunì
con il suo secondo Ramiro Valdés, e con il comandante del Direttorio Rolando Cubela
per trovare una soluzione al problema militare più rischioso di tutta la sua vita
di combattente: l'attacco a Santa Clara. Il Che si trovava di fronte l'alternativa di aspettare
che le truppe di Camilo prendessero Yaguajay e quelle di Faure occupassero
Trinidad, e che poi entrambe convergessero su Santa Clara, oppure avanzare
verso la città con le forze ridotte della colonna 8 e del Direttorio. L'organizzazione
clandestina e persino la UPI, con un cablogramma che li informava che Batista
avrebbe inviato altri duemila uomini a Santa Clara, avevano fornito loro
abbondanti informazioni sulle truppe che avevano di fronte: il treno blindato
con i suoi trecentottanta soldati, mortai, un cannone, bazooka e
mitragliatrici; la guarnigione della, Leoncio
Vidal, la principale caserma della provincia, con milletrecento uomini, carri
armati e autoblindo; una guarnigione nell'aeroporto, la caserma dello squadrone
31 della guardia rurale, con duecentocinquanta o trecento guardie, carri armati
e autoblindo; la stazione di polizia, con quattrocento uomini tra poliziotti,
informatori e soldati, con due carri armati, due autoblindo e un'altra serie di
piccoli distaccamenti che riunivano più di duecento soldati. In totale quasi
tremiladuecento batistiani, ai quali si doveva aggiungere l'appoggio attivo dell'aviazione.
Il massiccio presidio della città era dovuto al fatto che vi si erano rifugiate
le truppe di diverse caserme, e che Batista riteneva che, in caso fosse caduta
Santiago, Las Villas avrebbe potuto frenare i ribelli nel cuore dell'isola. Il
Che era particolarmente preoccupato perché avevamo un bazooka senza
proiettili e dovevamo batterei contro una dozzina di carri armati, ma sapevamo
anche che per farlo dovevamo arrivare nei quartieri più popolosi della città,
dove il carro armato perde molta della sua efficacia. Per effettuare l'attacco il Che contava su sette
plotoni, per un totale di duecentoquattordici uomini, un centinaio di uomini
della colonna del Direttorio e un'altra cinquantina di reclute di Caballete de
Casa, guidate da Pablo Rivalta, che erano appena state armate, alcune delle
quali ex combattenti del II Fronte passati al 26 Luglio.
Quasi nove soldati per ciascun ribelle, e le forze del Che sarebbero andate
all'offensiva. I manuali militari avrebbero concordato nel dire che il
comandante Che Guevara stava preparando una follia. Tratto da: Senza perdere la tenerezza di PIT II)
TODO CAMBIA ...
giovedì 27 dicembre 2018
Si avvicina l'ora di Santa Clara.
Si avvicina l'ora di Santa Clara. Il giorno 27 il
centro decisionale della rivoluzione a Las Villas si installò provvisoriamente
nel Gran Hotel Tullerias di Placetas, un albergo di paese fondato nel 1912 il
cui nome suggeriva qualcosa di molto lontano dalla realtà. Il proprietario aveva ordinato di fare pulizia per dare ai ribelli una stanza
in buono stato. Il Che occupò fugacemente la stanza numero 6 e utilizzò la 22,
a sinistra delle scale, come quartier generale. Quella sera, alla luce di una
lampada a petrolio, dato che l'elettricità era stata tagliata, Guevara si riunì
con il suo secondo Ramiro Valdés, e con il comandante del Direttorio Rolando Cubela
per trovare una soluzione al problema militare più rischioso di tutta la sua vita
di combattente: l'attacco a Santa Clara. Il Che si trovava di fronte l'alternativa di aspettare
che le truppe di Camilo prendessero Yaguajay e quelle di Faure occupassero
Trinidad, e che poi entrambe convergessero su Santa Clara, oppure avanzare
verso la città con le forze ridotte della colonna 8 e del Direttorio. L'organizzazione
clandestina e persino la UPI, con un cablogramma che li informava che Batista
avrebbe inviato altri duemila uomini a Santa Clara, avevano fornito loro
abbondanti informazioni sulle truppe che avevano di fronte: il treno blindato
con i suoi trecentottanta soldati, mortai, un cannone, bazooka e
mitragliatrici; la guarnigione della, Leoncio
Vidal, la principale caserma della provincia, con milletrecento uomini, carri
armati e autoblindo; una guarnigione nell'aeroporto, la caserma dello squadrone
31 della guardia rurale, con duecentocinquanta o trecento guardie, carri armati
e autoblindo; la stazione di polizia, con quattrocento uomini tra poliziotti,
informatori e soldati, con due carri armati, due autoblindo e un'altra serie di
piccoli distaccamenti che riunivano più di duecento soldati. In totale quasi
tremiladuecento batistiani, ai quali si doveva aggiungere l'appoggio attivo dell'aviazione.
Il massiccio presidio della città era dovuto al fatto che vi si erano rifugiate
le truppe di diverse caserme, e che Batista riteneva che, in caso fosse caduta
Santiago, Las Villas avrebbe potuto frenare i ribelli nel cuore dell'isola. Il
Che era particolarmente preoccupato perché avevamo un bazooka senza
proiettili e dovevamo batterei contro una dozzina di carri armati, ma sapevamo
anche che per farlo dovevamo arrivare nei quartieri più popolosi della città,
dove il carro armato perde molta della sua efficacia. Per effettuare l'attacco il Che contava su sette
plotoni, per un totale di duecentoquattordici uomini, un centinaio di uomini
della colonna del Direttorio e un'altra cinquantina di reclute di Caballete de
Casa, guidate da Pablo Rivalta, che erano appena state armate, alcune delle
quali ex combattenti del II Fronte passati al 26 Luglio.
Quasi nove soldati per ciascun ribelle, e le forze del Che sarebbero andate
all'offensiva. I manuali militari avrebbero concordato nel dire che il
comandante Che Guevara stava preparando una follia. Tratto da: Senza perdere la tenerezza di PIT II)
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