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lunedì 3 settembre 2012

“Tabacco” - Recensione di Lorenzo Gasparrini


Questo romanzo, va detto subito, non è facile da leggere; chiede molto a chi lo affronta. Prima di tutto perché non è facilmente inseribile in un genere specifico: comincia come il più classico dei “cappa e spada”, poi ha una virata claustrofobica e saggistica come ne “La montagna incantata”, ha uno dei più classici colpi di scena romanzeschi a introdurre una lunga parte strutturata come un giallo/thriller; non manca, prima di concludere, una breve incursione nell’horror, per poi concludersi come un “classico” sudamericano.
Che cos’è che tiene insieme tutti questi stili, tutti questi avvenimenti? Da fuori, ci passa davanti la vita di un solo personaggio, Universo, e fin qui niente di nuovo: il romanzo è nato come racconto di una vita, e la battutissima strada del “romanzo di formazione” è ancora la più sicura. Ma allora a quale domanda risponde questo romanzo? A quale dei tanti interrogativi esistenziali dà la sua risposta?
Credo che la domanda essenziale di “Tabacco” sia: che cos’è una rivoluzione. Il romanzo fornisce una risposta – una tra le tante possibili – e non dal punto di vista storico o politico, perché quello è il compito di altri tipi di scrittura. Il romanzo elabora una risposta esistenziale, valida per un solo uomo (e per di più inventato, inesistente) nella speranza che possa essere d’esempio per altri. Forse.
Universo, a ben guardare, di rivoluzioni ne fa e ne subisce più di una. Lui però, è il caso di notarlo, non cambia maschera: cambia pelle. Le sue rivoluzioni sono vere e proprie reincarnazioni, e la storia che lo tiene debolmente insieme come “vita” è sconvolta a più riprese dalle tante altre vite che, suo malgrado, è costretto a vivere. Il rivoluzionario Universo vive tutte le vite possibili, e quando ha finito i suo ciclo il mondo non è più quello di prima, non solo lui. Le rivoluzioni vanno di pari passo, e non si torna indietro; non si getta nessuna maschera per scoprire una “verità”, perché la rivoluzione stessa è qui la verità – per il semplice fatto che non ce n’è nessun altra possibile.
“Tabacco” è un romanzo sulla rivoluzione cubana, ma non quella più famosa. Cuba ha avuto tante rivoluzioni, come Universo; da tutte c’è da imparare qualcosa, anche se non si è così fortunati da viverci dentro, come il nostro protagonista. Ma è poi una fortuna?Universo cerca continuamente di cambiare il mondo che ha intorno secondo i suoi valori e i suoi desideri, ma questi non sono sempre gli stessi. Alla fine del romanzo è lontanissimo – nel corpo e nell’anima – da quell’Universo che viveva in Spagna. Si può chiedere coerenza a un rivoluzionario? Ma allora, cos’è la coerenza? Anche il romanzo stesso è poco coerente: la classica “discesa agli inferi” del protagonista – un vero luogo comune romanzesco – è rivoluzionata: Universo è all’inferno quando vive come il suo sosia/opposto Segundo, e risale e vive “davvero” quando termina la vita di Segundo.
Come accade nei romanzi migliori, anche “Tabacco” solleva più domande di quante risposte possa provare a fornire. Ed è un bene, perchè così chi legge rimane con molto da pensare, dopo aver chiuso l’ultima pagina.

Lorenzo Gasparrini


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