Anche
in Brasile la destra si impone. Con
grande soddisfazione degli avvelenatori del mondo, visto che nel programma di
Bolsonaro c’è quello di umiliare gli Indios e aprire l’Amazzonia agli
speculatori, l’estremista di destra e omofobo è stato eletto presidente
del Brasile, battendo il suo rivale Fernando Haddad per quasi 12 punti. Appoggiato
dai nostalgici della dittatura, dai grandi produttori rurali, dalla chiesta
evangelica ultra conservatrice e soprattutto dai poveri della favelas esasperati
per la violenza senza fine, Bolsonaro ha gridato ai 4 venti il suo slogan populista:
“Il Brasile prima di tutto, Dio su tutti”, una nuova versione del «Dio, patria
e famiglia» caro ai regimi militari degli Anni Settanta.
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