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domenica 6 gennaio 2019

60 anni dopo: la Storia della Revoluciόn andava raccontata!


Aveva ragione Yara. La Storia della Revolucion andava raccontata. E con essa il gioco di maschere, gli odi, le rivalse, il potere, le sopraffazione a danno dei molti per il previlegio di pochi. La storia andava raccontata per fare luce sulle gesta di quei personaggi. Di sicuro per ricordare le vicende di un popolo indomito e le rivoluzioni che avevano attraversato un secolo. Forse, valeva la pena di servirsene per rimettere le cose al loro posto. Per ridare dignità a quella parte di mondo che combatte in silenzio, che soffre, con la sola compagnia della speranza di una vita differente. Aveva ragione Yara: la rivoluzione era stata un vento capace di dare speranza. E loro, i Diaz diventati Gutierrez, erano stati un vento prima del vento, capaci, ognuno nel proprio tempo, di accendere le speranze per una moltitudine di persone. Ermanno mi fissava con intensità, difficile stabilire cosa gli pas­sasse nella mente. Poi aggiunse: “Nel caso restassi senza lavoro, potrai sempre fare lo storico”.
“Credo di aver imparato qualcosa – dissi guardando le foto – tutti insieme possiamo cambiare le cose, ma bisogna cominciare dal basso, ognuno con la propria spinta…”.
“È una buona idea: guardare avanti e inventare nuove rivoluzioni”.
E’ inutile dire che quella storia mi aveva coinvolto e abbracciai a lungo e con forza quelle due persone che avevano vissuto molto più che un’avventura: una rivoluzione.
Man sembrava stanco. “Non c’è molto altro da sapere” – disse con un sorriso gentile. La lunga chiacchierata, il fumo, la bottiglia di ron, avevano lasciato in lui un senso di spossatezza. Aveva occhiaie scure sotto gli occhi. Mi alzai, mi abbottonai la giacca, Ermanno mi salutò con un'espressione di soddisfazione, diedi la mano a Yara e lei sfiorò appena la mia e mi lasciò con un sorriso. Mi avviai.
Salii sul taxi senza parlare, pensando agli ultimi sussulti dell’anno incredibile, il 1958 e di quel 31 dicembre, notte in cui la popolazione cubana poté finalmente riversarsi nelle strade e gridare: “Batista ha huido!”
La notte in cui, insieme al dittatore in fuga, se ne andarono i sogni dei mafiosi sbarcati dagli States.
L’ultima notte passata lontano dalla Capitale habanera dagli uomini della Revoluciόn fidelista.
Poi arrivò la riforma agraria, la salute pubblica e l’istruzione diffusa, il bloqueo, la baia dei porci, gli attentati, … ma questa è un’altra storia.
Per ironia della sorte il canale su cui era sintonizzata la radio del taxero trasmetteva una vecchia canzone: “… y con Fidel te decimo, hasta siempre Comandante …aqui se queda la clara, entraňable trasparencia, de tu querida presencia…”
(da Il Vento prima del Vento - quarto e ultimo volume della Saga dei Gutierrez)

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