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venerdì 22 marzo 2019

I luoghi dei Gutierrez: La Habana, hotel Nacional

Nei primi mesi del 1952 Batista, con un colpo di Stato ben orchestrato, aveva preso il potere in una notte, senza sparare un colpo, sospendendo la Costituzione, sciogliendo i partiti, proibendo le manifestazioni. L’amministrazione Truman si era schierata, senza esitazioni, a fianco del dittatore.Il mondo politico e quello affarista, abituati alla corruzione, intuirono che si stava apparecchiando una torta in apparenza senza limiti. L'apertura dei cordoni della borsa statale faceva gola a molti e per chi agiva nelle zone grigie dell'intreccio fra commercio, po­litica e corruzione collaborare con il vicino fratello a stelle e strisce non sarebbe stato un problema. 
Fu in quel periodo che Batista manifestò chiaramente la sua idea di società e arruolò, come consigliere per il gioco d’azzardo, Mayer Lansky che, alla domanda se fosse stato disponibile in cambio di 25.000 dollari annui, aveva risposto: “Puoi scommetterci”. L’idea di trasformare la capitale cubana in una nuova Las Vegas circolava già da tempo tra gli uomini fedeli al boss Salvatore Lucania, conosciuto come Lucky Luciano, e l’ascesa del Mulato Lindo, soprannome affibbiato anni addietro al dittatore, aveva risolto buona parte dei problemi. Luciano e Mayer Lansky, suo compagno dai tempi in cui erano due mocciosi in cerca di gloria, cominciarono a tessere la tela sicuri che i colleghi della cupola nordamericana li avrebbero seguiti. Così da Cleveland arrivarono i vecchi amici della banda di Mayfield Road, che con Lansky avevano creato la Molaska Corporation alla fine del periodo del Proibizionismo. Arrivarono amici da Las Vegas. Si presentarono i rappresentanti del gruppo di Chicago. Cinque famiglie di New York, New Orleans, Buffalo, Kansans City e Pyttsburgh si recarono con regolarità a l’Avana dove, a bordo delle piscine, incontravano l’ebreo polacco, il siciliano, Costello o Genovese. Non poteva mancare all’appello Santo Trafficante, l’uomo dagli occhi verdi da tempo trasferitosi a Cuba che, nonostante l’aria mite, era conosciuto per le sue imprese violente. Un rendez–vous che aveva avuto un prologo nel dicembre del 1946 quando, all'Hotel Nacional, tutti i rappresentanti delle famiglie si erano incontrati per una conferenza che era rimasta nella storia della mafia. Uomini in apparenza onesti e dediti agli affari, legati da legami indissolubili, decisi ad attuare il Metodo, come alcuni chiamavano l’accordo, ideato da Lansky e che consisteva nel dividere in tre parti gli incassi serali in modo da pagare le spese per la sala, i guadagni e un terzo da girare per i premi in denaro concessi alle alte cariche giudiziarie e governative, i quali in cambio avrebbero guardato altrove e consentito a Lansky e ai suoi di agire indisturbati. Tutti riuniti intorno all’idea di trasformare l’Avana nella città dove non si dormiva mai e sicuri che quando il dena­ro avrebbe iniziato a scorrere, avrebbero avuto la loro fetta di torta.


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