“Dobbiamo spostare il nostro racconto in avanti di qualche mese - disse il mio amico Ermanno, iniziando poi a raccontare: "Sbarcai a l’Avana nei primi giorni di dicembre del 1957. Stanco e stravolto dal fuso orario, attraversavo in taxi il Paseo del Prado e divoravo con gli occhi le insegne al neon che lo illuminavano, gli alberghi di lusso, in cui tutto il mondo sembrava trovare divertimento, il Gran Teatro Nacional, inserito nel sontuoso complesso del Centro Gallego, e tanti altri edifici con portoni e colonnati interminabili, che avevo sentito descrivere centinaia di volte. E sull'altro lato della carreggiata, una folla rumorosa sciamava in direzione del Parque Central. Per le vie passeggiava un'indescrivibile varietà di ragazze. Creole, mulatte, cinesi, bianche. Alte, abbigliate con semplicità ma dotate di una grazia naturale che faceva volgere lo sguardo soprattutto ai fanfaroni americani che circolavano in bermuda. La città vibrava e rimandava nell'aria il sapore di una vita da favola.
(tratto da: Il Vento prima del Vento)
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