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lunedì 11 marzo 2019

I luoghi dei Gutierrez: Manzanillo e la Sierra Maestra

Quando Yara Gutierrez vide una Chevrolet parcheggiata con il motore acceso davanti al cancello della villa dei suoi genitori, capì che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. E allora cominciò a correre, correre senza pensare a altro, percorrendo quei sentieri di cui conosceva ogni filo d’erba. Con la paura a riempire la bocca asciutta, gli occhi aperti su un futuro nero come la notte, in preda al panico, senza avere il tempo di piangere. Lo avrebbe voluto fare fino a squarciarsi la gola, ma la paura la assaliva a ondate si­mili a pugni e intorpidiva le sue reazioni. Si sentiva come se avesse fumato una di quelle erbe dal sapore denso che circolavano tra gli studenti, trascinata in un mondo lontano, in un incubo non suo sul quale non aveva alcun controllo. E così, dopo essersi vestita in tutta fretta, con un paio di pantaloni di cotone, una maglietta e un paio di scarpe afferrate al volo, fuggì dalla villa. Uscì dalla parte posteriore della casa e fu la sua salvezza. Attraversò il grande giardino tremando, con l’acqua che le bagnava i capelli, penetrando sotto i vestiti. Una borsa contenente alcuni diari e pochi dollari che suo padre, el jefe Gutierrez, era riuscito a ficcarci dentro, erano tutta la sua ricchezza.
“Yara, verranno subito a cercarti. E’ meglio che non ti trovino – le aveva detto – scappa verso la Sierra. Solo lì troverai la salvezza”.
(tratto da: Il Vento prima del vento)



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